La struttura ricettiva dell’azienda Toso è facile da trovare. E’ sufficiente percorrere la statale che da Santo Stefano Belbo porta a Cossano Belbo e, prima del paese, sulla destra e ben visibile l’insegna e il cancello di ingresso.
L’azienda è molto grande, e ha un comparto produttivo veramente immenso, per questo ci accontentiamo –per modo di dire- di visitare il museo ed essere ospitatati nella bella sala di accoglienza. L’itinerario è breve, ma ricco di ricordi e di dettagli, su quella che fino a pochi decenni fa era la vita del contadino nel territorio. Attrezzi per accudire i vigneti, e macchinari piccoli e grandi per la cantina si ammirano con grande curiosità e lontani ricordi.
La giovane ragazza che ci ha accolti è professionale e scrupolosa, da lei traspare l’amore verso l’azienda e verso il lavoro. Ad arricchire di valore aggiunto è stato il racconto della produzione della “Toccasana Negro”, dato dal nipote del famoso “Settemino”, colui che ha inventato questo amaro che era un toccasana per tanti piccoli malanni.
E’ appassionante il racconto di come tante persone conoscevano quell’uomo, e di come si fidavano dei suoi decotti e sciroppi per curare raffreddori, influenze, mal di gola o malanni più insidiosi. Bella la raccolta e la presentazione delle varie erbe utilizzate nel Toccasana Negro, una miscela unica di cui la Toso ne detiene il segreto.